CAPITOLO VIII
" Carneade! Chi era costui?
" ruminava tra sè don Abbondio seduto sul suo seggiolone, in
una stanza del piano superiore,
con un libricciolo aperto davanti, quando Perpetua entrò a 59
portargli l'imbasciata. "
Carneade! questo nome mi par bene d'averlo letto o sentito;
doveva essere un uomo di studio,
un letteratone del tempo antico: è un nome di quelli; ma
chi diavolo era costui? " Tanto il pover'uomo era lontano
da prevedere che burrasca gli si
addensasse sul capo!
Bisogna sapere che don Abbondio
si dilettava di leggere un pochino ogni giorno; e un
curato suo vicino, che aveva un
po' di libreria, gli prestava un libro dopo l'altro, il primo che
gli veniva alle mani. Quello su
cui meditava in quel momento don Abbondio,
convalescente della febbre dello
spavento, anzi più guarito (quanto alla febbre) che non
volesse lasciar credere, era un
panegirico in onore di san Carlo, detto con molta enfasi, e
udito con molta ammirazione nel
duomo di Milano, due anni prima. Il santo v'era
paragonato, per l'amore allo
studio, ad Archimede; e fin qui don Abbondio non trovava
inciampo; perché Archimede ne ha
fatte di così curiose, ha fatto dir tanto di sé, che, per
saperne qualche cosa, non c'è
bisogno d'un'erudizione molto vasta. Ma, dopo Archimede,
l'oratore chiamava a paragone
anche Carneade: e lì il lettore era rimasto arrenato. In quel
momento entrò Perpetua ad
annunziar la visita di Tonio.
- A quest'ora? - disse anche don
Abbondio, com'era naturale.
- Cosa vuole? Non hanno
discrezione: ma se non lo piglia al volo...
- Già: se non lo piglio ora, chi
sa quando lo potrò pigliare! Fatelo venire... Ehi! ehi! siete poi
ben sicura che sia proprio lui?
- Diavolo! - rispose Perpetua, e
scese; aprì l'uscio, e disse: - dove siete? - Tonio si fece
vedere; e, nello stesso tempo,
venne avanti anche Agnese,
e salutò Perpetua per nome.
- Buona sera, Agnese, - disse
Perpetua: - di dove si viene, a quest'ora?
- Vengo da... - e nominò un
paesetto vicino. - E se sapeste... - continuò: - mi son fermata
di più, appunto in grazia vostra.
- Oh perché? - domandò Perpetua;
e voltandosi a' due fratelli, - entrate, - disse, - che
vengo anch'io.
- Perché, - rispose Agnese, - una
donna di quelle che non sanno le cose, e voglion
parlare... credereste? s'ostinava
a dire che voi non vi siete maritata con Beppe
Suolavecchia, né con Anselmo Lunghigna, perché non
v'hanno voluta. Io sostenevo che
siete stata voi che gli avete
rifiutati, l'uno e l'altro...
- Sicuro. Oh la bugiarda! la
bugiardona! Chi è costei?
- Non me lo domandate, che non mi
piace metter male.
- Me lo direte, me l'avete a
dire: oh la bugiarda!
- Basta... ma non potete credere
quanto mi sia dispiaciuto di non saper bene tutta la storia,
per confonder colei.
- Guardate se si può inventare, a
questo modo! - esclamò di nuovo Perpetua; e riprese
subito: - in quanto a Beppe,
tutti sanno, e hanno potuto vedere... Ehi, Tonio! accostate
l'uscio, e salite pure, che vengo
-. Tonio, di dentro, rispose di sì; e Perpetua continuò la
sua narrazione appassionata.
In faccia all'uscio di don
Abbondio, s'apriva, tra due casipole, una stradetta, che, finite
quelle, voltava in un campo.
Agnese vi s'avviò, come se volesse tirarsi alquanto in
disparte, per parlar più
liberamente; e Perpetua dietro. Quand'ebbero voltato, e furono in
luogo, donde non si poteva più
veder ciò che accadesse davanti alla casa di don
Abbondio, Agnese tossì forte. Era
il segnale: Renzo lo sentì, fece coraggio a Lucia, con
una stretta di braccio; e tutt'e due, in punta di piedi,
vennero avanti, rasentando il muro,
zitti zitti; arrivarono all'uscio, lo spinsero adagino
adagino; cheti e chinati, entraron
nell'andito, dov'erano i due fratelli ad aspettarli. Renzo
accostò di nuovo l'uscio pian piano;
e tutt'e quattro su per le scale, non facendo rumore neppur
per uno. Giunti sul
pianerottolo, i due fratelli
s'avvicinarono all'uscio della stanza, ch'era di fianco alla scala; gli
sposi si strinsero al muro.
Deo gratias, - disse Tonio, a
voce chiara.Tonio, eh? Entrate, - rispose la voce di dentro. Il chiamato aprì
l'uscio, appena quanto bastava per poter passar lui e il fratello, a un per
volta. La striscia di luce,
che uscì d'improvviso per quella apertura, e si disegnò sul pavimento oscuro
del pianerottolo, fece riscoter Lucia, come se fosse scoperta. Entrati i
fratelli, Tonio si tirò dietro l'uscio: gli sposi rimasero immobili nelle
tenebre, con l'orecchie tese, tenendo il fiato: il rumore più forte era il
martellar che faceva il povero cuore di Lucia. Don Abbondio stava, come abbiam
detto, sur una vecchia seggiola, ravvolto in una vecchia zimarra, con in capo
una vecchia papalina, che gli faceva cornice intorno alla faccia, al lume scarso d'una piccola lucerna.
Due folte ciocche di capelli, che gli scappavano fuor della papalina, due folti
sopraccigli, due folti baffi, un folto pizzo, tutti canuti, e sparsi su quella
faccia bruna e rugosa, potevano assomigliarsi a cespugli coperti di neve, sporgenti da un dirupo, al chiaro
di luna.- Ah! ah! - fu il suo saluto, mentre si levava gli occhiali, e
li riponeva nel libricciolo. - Dirà il signor curato, che son venuto tardi, -
disse Tonio, inchinandosi, come pure fece, ma più goffamente, Gervaso. - Sicuro
ch'è tardi: tardi in tutte le maniere. Lo sapete, che sono ammalato? - Oh! mi
dispiace. - L'avrete sentito dire; sono ammalato, e non so quando potrò
lasciarmi vedere... Ma perché vi siete condotto dietro quel... quel figliuolo?
-Così per
compagnia, signor curato. - Basta, vediamo.
- Son
venticinque berlinghe nuove, di quelle col sant'Ambrogio a cavallo, - disse
Tonio, levandosi un involtino di tasca.
- Vediamo, -
replicò don Abbondio: e, preso l'involtino, si rimesse gli occhiali, l'aprì,
cavò le
berlinghe, le
contò, le voltò, le rivoltò, le trovò senza difetto.
- Ora, signor
curato, mi darà la collana della mia Tecla.
- È giusto, -
rispose don Abbondio; poi andò a un armadio, si levò una chiave di tasca, e,
guardandosi
intorno, come per tener lontani gli spettatori, aprì una parte di sportello,
riempì
l'apertura con la persona, mise dentro la testa, per guardare, e un braccio,
per
prender la
collana; la prese, e, chiuso l'armadio, la consegnò a Tonio, dicendo: - va
bene?
- Ora, - disse
Tonio, - si contenti di mettere un po' di nero sul bianco.
- Anche
questa! - disse don Abbondio: - le sanno tutte. Ih! com'è divenuto sospettoso
il
mondo! Non vi
fidate di me?
- Come, signor
curato! s'io mi fido? Lei mi fa torto. Ma siccome il mio nome è sul suo
libraccio,
dalla parte del debito... dunque, giacché ha già avuto l'incomodo di scrivere
una
volta, così...
dalla vita alla morte...
- Bene bene, -
interruppe don Abbondio, e brontolando, tirò a sé una cassetta del tavolino,
levò fuori
carta, penna e calamaio, e si mise a scrivere, ripetendo a viva voce le parole,
di
mano in mano
che gli uscivan dalla penna. Frattanto Tonio e, a un suo cenno, Gervaso, si
piantaron
ritti davanti al tavolino, in maniera d'impedire allo scrivente la vista
dell'uscio; e,
come per ozio,
andavano stropicciando, co' piedi, il pavimento, per dar segno a quei
ch'erano
fuori, d'entrare, e per confondere nello stesso tempo il rumore delle loro
pedate.
Don Abbondio,
immerso nella sua scrittura, non badava ad altro. Allo stropiccìo de' quattro
piedi, Renzo
prese un braccio di Lucia, lo strinse, per darle coraggio, e si mosse,
tirandosela
dietro tutta tremante,
che da sé non vi sarebbe potuta venire. Entraron pian
piano, in
punta di piedi, rattenendo il respiro; e si nascosero dietro i due fratelli.
Intanto don
Abbondio,
finito di scrivere, rilesse attentamente, senza alzar gli occhi dalla carta; la
piegò
in quattro,
dicendo: - ora, sarete contento? - e, levatosi con una mano gli occhiali dal
naso,
la porse con
l'altra a Tonio, alzando il viso. Tonio, allungando la mano per prender la
carta, si
ritirò da una parte; Gervaso, a un suo cenno, dall'altra; e, nel mezzo, come al
dividersi
d'una scena, apparvero Renzo e Lucia. Don Abbondio, vide confusamente, poi
vide chiaro,
si spaventò, si stupì, s'infuriò, pensò, prese una risoluzione: tutto questo
nel 61
tempo che Renzo
mise a proferire le parole: - signor curato, in presenza di questi
testimoni,
quest'è mia moglie -. Le sue labbra non erano ancora tornate al posto, che don
-
Abbondio, lasciando cader la carta, aveva già afferrata
e alzata, con la mancina, la
-
lucerna, ghermito, con la diritta, il tappeto del
tavolino, e tiratolo a sé, con furia, buttando in
-
terra libro, carta, calamaio e polverino; e, balzando
tra la seggiola e il tavolino, s'era
-
avvicinato a Lucia. La poveretta, con quella sua voce
soave, e allora tutta tremante, aveva
-
appena potuto proferire: - e questo... - che don
Abbondio le aveva buttato sgarbatamente
-
il tappeto sulla testa e sul viso, per impedirle di
pronunziare intera la formola. E subito,
-
lasciata cader la lucerna che teneva nell'altra mano, s'aiutò anche con
quella a
-
imbacuccarla col tappeto, che quasi la soffogava; e
intanto gridava quanto n'aveva in
-
canna: - Perpetua! Perpetua! tradimento! aiuto!
- Il lucignolo, che moriva sul
pavimento,
-
mandava
una luce languida e saltellante sopra Lucia, la quale, affatto smarrita,
non
-
tentava neppure di svolgersi, e poteva parere una
statua abbozzata in creta, sulla quale
-
l'artefice ha gettato un umido panno. Cessata ogni
luce, don Abbondio lasciò la poveretta,
-
e andò cercando a tastoni l'uscio che metteva a una
stanza più interna; lo trovò, entrò in
-
quella, si chiuse dentro, gridando tuttavia: -
Perpetua! tradimento! aiuto! fuori di questa
-
casa! fuori di questa casa! - Nell'altra stanza, tutto
era confusione: Renzo, cercando di
-
fermare il curato, e remando con le mani, come se
facesse a mosca cieca, era arrivato
-
all'uscio, e picchiava, gridando: - apra, apra; non
faccia schiamazzo -. Lucia chiamava
-
Renzo, con voce fioca, e diceva, pregando: - andiamo,
andiamo, per l'amor di Dio -. Tonio,
-
carpone, andava spazzando con le mani il pavimento, per
veder di raccapezzare la sua
-
ricevuta. Gervaso, spiritato, gridava e saltellava,
cercando l'uscio di scala, per uscire a
-
salvamento.
-
In mezzo a questo serra serra, non possiam lasciar di fermarci un momento
a fare una
-
riflessione. Renzo, che strepitava di notte in casa altrui, che vi
s'era introdotto di soppiatto,
-
e teneva il padrone stesso assediato in una stanza, ha tutta
l'apparenza d'un oppressore;
-
eppure, alla fin de' fatti, era l'oppresso. Don Abbondio, sorpreso,
messo in fuga,
-
spaventato, mentre attendeva tranquillamente a' fatti suoi, parrebbe la
vittima; eppure, in
-
realtà, era lui che faceva un sopruso. Così va spesso il mondo...
voglio dire, così andava
-
nel secolo decimo settimo.
-
L'assediato, vedendo che il nemico non dava segno di
ritirarsi, aprì una finestra che
-
guardava sulla piazza della chiesa, e si diede a
gridare: - aiuto! aiuto! - Era
il più bel chiaro
-
di
luna; l'ombra della chiesa, e più in fuori l'ombra lunga ed acuta del campanile,
si
-
stendeva
bruna e spiccata sul piano erboso e lucente della piazza: ogni oggetto si
poteva
-
distinguere,
quasi come di giorno.
Ma, fin dove arrivava lo sguardo, non appariva indizio di
-
persona vivente. Contiguo però al muro laterale della
chiesa, e appunto dal lato che
-
rispondeva verso la casa parrocchiale, era un piccolo
abituro, un bugigattolo, dove
-
dormiva il sagrestano. Fu questo riscosso da quel
disordinato grido, fece un salto, scese il
-
letto in furia, aprì l'impannata d'una sua finestrina,
mise fuori la testa, con gli occhi tra' peli,
-
e disse: - cosa c'è?
-
- Correte, Ambrogio! aiuto! gente in casa, - gridò
verso lui don Abbondio. - Vengo subito, -
-
rispose quello; tirò indietro la testa, richiuse la sua
impannata, e, quantunque mezzo tra 'l
-
sonno, e più che mezzo sbigottito, trovò su due piedi
un espediente per dar più aiuto di
-
quello che gli si chiedeva, senza mettersi lui nel
tafferuglio, quale si fosse. Dà di piglio alle
-
brache, che teneva sul letto; se le caccia sotto il
braccio, come un cappello di gala, e giù
-
balzelloni per una scaletta di legno; corre al
campanile, afferra la corda della più grossa di
-
due campanette che c'erano, e suona a martello.
-
Ton, ton, ton, ton: i contadini balzano a sedere sul letto; i
giovinetti sdraiati sul fenile,
-
tendon
l'orecchio, si rizzano. - Cos'è? Cos'è? Campana a martello! fuoco?
ladri? banditi? -
-
Molte donne consigliano, pregano i mariti, di non
moversi, di lasciar correre gli altri: alcuni
-
s'alzano, e vanno alla finestra: i poltroni, come se si
arrendessero alle preghiere, ritornan 62
-
sotto: i più curiosi e più bravi scendono a prender le
forche e gli schioppi, per correre al
-
rumore: altri stanno a vedere.
-
Ma, prima che quelli fossero all'ordine, prima anzi che
fosser ben desti, il rumore era
-
giunto agli orecchi d'altre persone che vegliavano, non
lontano, ritte e vestite: i
bravi in un
-
luogo, Agnese e Perpetua in un altro. Diremo prima
brevemente ciò che facesser coloro,
-
dal momento in cui gli abbiamo lasciati, parte nel
casolare e parte all'osteria. Questi tre,
-
quando videro tutti gli usci chiusi e la strada
deserta, uscirono in fretta, come se si fossero
-
avvisti d'aver fatto tardi, e dicendo di voler andar
subito a casa; diedero una giravolta per il
-
paese, per venire in chiaro se tutti eran ritirati- e
in fatti, non incontrarono anima vivente,
-
né sentirono il più piccolo strepito. Passarono anche,
pian piano, davanti alla nostra
-
povera casetta: la più quieta di tutte, giacché non
c'era più nessuno. Andarono allora
-
diviato al casolare, e fecero la loro relazione al
signor Griso. Subito, questo si mise in testa
-
un cappellaccio, sulle spalle un sanrocchino di tela
incerata, sparso di conchiglie; prese un
-
bordone da pellegrino, disse: - andiamo da bravi:
zitti, e attenti agli ordini -, s'incamminò il
-
primo, gli altri dietro; e, in un momento, arrivarono
alla casetta, per una strada opposta a
-
quella per cui se n'era allontanata la nostra
brigatella, andando anch'essa alla sua
-
spedizione. Il Griso trattenne la truppa, alcuni passi
lontano, andò innanzi solo ad
-
esplorare, e, visto tutto deserto e tranquillo di fuori
fece venire avanti due di quei tristi,
-
diede loro ordine di scalar adagino il muro che
chiudeva il cortiletto, e, calati dentro,
-
nascondersi in un angolo, dietro un folto fico, sul
quale aveva messo l'occhio, la mattina.
-
Ciò fatto, picchiò pian piano, con intenzione di dirsi
un pellegrino smarrito, che chiedeva
-
ricovero, fino a giorno. Nessun risponde: ripicchia un
po' più forte; nemmeno uno zitto.
-
Allora, va a chiamare un terzo malandrino, lo fa
scendere nel cortiletto, come gli altri due,
-
con l'ordine di sconficcare adagio il paletto, per aver
libero l'ingresso e la ritirata. Tutto
-
s'eseguisce con gran cautela, e con prospero successo.
Va a chiamar gli altri, li fa entrar
-
con sé, li manda a nascondersi accanto ai primi;
accosta adagio adagio
l'uscio di strada, vi
-
posta due sentinelle di dentro; e va diritto all'uscio
del terreno. Picchia anche lì, e aspetta:
-
e' poteva ben aspettare. Sconficca pian pianissimo anche
quell'uscio: nessuno di dentro
-
dice: chi va là?; nessuno si fa sentire: meglio non può
andare. Avanti dunque : - st -,
-
chiama quei del fico, entra con loro nella stanza
terrena, dove, la mattina, aveva
-
scelleratamente accattato quel pezzo di pane. Cava
fuori esca, pietra, acciarino e
-
zolfanelli, accende un suo lanternino, entra nell'altra stanza più
interna, per accertarsi che
-
nessun ci sia: non c'è nessuno. Torna indietro, va
all'uscio di scala, guarda, porge
-
l'orecchio: solitudine e silenzio. Lascia due altre
sentinelle a terreno, si fa venir dietro il
-
Grignapoco, ch'era un bravo del contado di Bergamo, il
quale solo doveva minacciare,
-
acchetare, comandare, essere in somma il dicitore,
affinché il suo linguaggio potesse far
-
credere ad Agnese che la spedizione veniva da quella
parte. Con costui al fianco, e gli altri
-
dietro, il Griso sale adagio adagio, bestemmiando in cuor suo ogni scalino
che
-
scricchiolasse, ogni passo di que' mascalzoni che
facesse rumore. Finalmente è in cima.
-
Qui giace la lepre. Spinge mollemente l'uscio che mette
alla prima stanza; l'uscio cede, si
-
fa spiraglio: vi mette l'occhio; è buio: vi mette
l'orecchio, per sentire se qualcheduno russa,
-
fiata, brulica là dentro; niente. Dunque avanti: si
mette la lanterna
davanti al viso, per
-
vedere, senza esser veduto, spalanca l'uscio, vede un
letto; addosso: il letto è fatto e
-
spianato, con la rimboccatura arrovesciata, e composta
sul capezzale. Si stringe nelle
-
spalle, si volta alla compagnia, accenna loro che va a
vedere nell'altra stanza, e che gli
-
vengan dietro pian piano; entra, fa le stesse
cerimonie, trova la stessa cosa. - Che diavolo
-
è questo? - dice allora: - che qualche cane traditore
abbia fatto la spia? - Si metton tutti,
-
con men cautela, a guardare, a tastare per ogni canto,
buttan sottosopra la casa. Mentre
-
costoro sono in tali faccende, i due che fan la guardia
all'uscio di strada, sentono un
-
calpestìo di passini frettolosi, che s'avvicinano in
fretta; s'immaginano che, chiunque sia,
-
passerà diritto; stan quieti, e, a buon conto, si
mettono all'erta. In fatti, il calpestìo si ferma
-
appunto all'uscio. Era Menico che veniva di corsa,
mandato dal padre Cristoforo ad 63
-
avvisar le due donne che, per l'amor del cielo,
scappassero subito di casa, e si
-
rifugiassero al convento, perché... il perché lo
sapete. Prende la maniglia del paletto, per
-
picchiare, e se lo sente tentennare in mano, schiodato
e sconficcato. " Che è questo? "
-
pensa; e spinge l'uscio con paura: quello s'apre.
Menico mette il piede dentro, in gran
-
sospetto, e si sente a un punto acchiappar per le
braccia, e due voci sommesse, a destra
-
e a sinistra, che dicono, in tono minaccioso: - zitto!
o sei morto -. Lui in vece caccia un
-
urlo: uno di que' malandrini gli mette una mano alla
bocca; l'altro tira fuori un coltellaccio,
-
per fargli paura. Il garzoncello trema come una foglia,
e non tenta neppur di gridare; ma,
-
tutt'a un tratto, in vece di lui, e con ben altro tono,
si fa sentir quel primo tocco di campana
-
così fatto, e dietro una tempesta di rintocchi in fila.
Chi è in difetto è in sospetto, dice il
-
proverbio milanese: all'uno e all'altro furfante parve
di sentire in que' tocchi il suo nome,
-
cognome e soprannome: lasciano andar le braccia di
Menico, ritirano le loro in furia,
-
spalancan la mano e la bocca, si guardano in viso, e
corrono alla casa, dov'era il grosso
-
della compagnia. Menico, via a gambe per la strada,
alla volta del campanile, dove a buon
-
conto qualcheduno ci doveva essere. Agli altri furfanti
che frugavan la casa, dall'alto al
-
basso, il terribile tocco fece la stessa
impressione: si confondono, si
scompigliano,
-
s'urtano
a vicenda: ognuno cerca la strada più corta, per arrivare all'uscio.
Eppure era tutta
-
gente provata e avvezza a mostrare il viso; ma non
poterono star saldi contro un pericolo
-
indeterminato, e che non s'era fatto vedere un po' da
lontano, prima di venir loro addosso.
-
Ci volle tutta la superiorità del Griso a tenerli
insieme, tanto che fosse ritirata e non fuga.
-
Come il cane che scorta una mandra di porci, corre or
qua or là a quei che si sbandano;
-
ne addenta uno per un orecchio, e lo tira in ischiera;
ne spinge un altro col muso; abbaia a
-
un altro che esce di fila in quel momento; così il
pellegrino acciuffa un di coloro, che già
-
toccava la soglia, e lo strappa indietro; caccia
indietro col bordone uno e un altro che
-
s'avviavan da quella parte: grida agli altri che corron
qua e là, senza saper dove; tanto che
-
li raccozzò tutti nel mezzo del cortiletto. - Presto,
presto! pistole in mano, coltelli in pronto,
-
tutti insieme; e poi anderemo: così si va. Chi volete
che ci tocchi, se stiam ben insieme,
-
sciocconi? Ma, se ci lasciamo acchiappare a uno a uno,
anche i villani ce ne daranno.
-
Vergogna! Dietro a me, e uniti -. Dopo questa breve
aringa, si mise alla fronte, e uscì il
-
primo. La casa, come abbiam detto, era in fondo al
villaggio; il Griso prese la strada che
-
metteva fuori, e tutti gli andaron dietro in buon
ordine.
-
Lasciamoli andare, e torniamo un passo indietro a prendere Agnese e
Perpetua, che
-
abbiam
lasciate in una certa stradetta. Agnese aveva procurato d'allontanar
l'altra dalla
-
casa di don Abbondio, il più che fosse possibile; e,
fino a un certo punto, la cosa era
-
andata bene. Ma tutt'a un tratto, la serva s'era
ricordata dell'uscio rimasto aperto, e aveva
-
voluto tornare indietro. Non c'era che ridire: Agnese,
per non farle nascere qualche
-
sospetto, aveva dovuto voltar con lei, e andarle
dietro, cercando di trattenerla, ogni volta
-
che la vedesse riscaldata ben bene nel racconto di que'
tali matrimoni andati a monte.
-
Mostrava di darle molta udienza, e, ogni tanto, per far
vedere che stava attenta, o per
-
ravviare il cicalìo, diceva: - sicuro: adesso capisco:
va benissimo: è chiara: e poi? e lui? e
-
voi? - Ma intanto, faceva un altro discorso con sé
stessa. " Saranno usciti a quest'ora? o
-
saranno ancor dentro? Che sciocchi che siamo stati
tutt'e tre, a non concertar qualche
-
segnale, per avvisarmi, quando la cosa fosse riuscita!
È stata proprio grossa! Ma è fatta:
-
ora non c'è altro che tener costei a bada, più che
posso: alla peggio, sarà un po' di tempo
-
perduto ". Così, a corserelle e a fermatine, eran
tornate poco distante dalla casa di don
-
Abbondio, la quale però non vedevano, per ragione di
quella cantonata: e Perpetua,
-
trovandosi a un punto importante del racconto, s'era
lasciata fermare senza far resistenza,
-
anzi senza avvedersene; quando, tutt'a un tratto, si
sentì venir rimbombando dall'alto, nel
-
vano immoto dell'aria, per l'ampio silenzio della
notte, quel primo sgangherato grido di don
-
Abbondio: - aiuto! aiuto!
-
- Misericordia! cos'è stato? - gridò Perpetua, e volle
correre.
-
- Cosa c'è? cosa c'è? - disse Agnese, tenendola per la
sottana. 64
-
- Misericordia! non avete sentito? - replicò quella,
svincolandosi.
-
- Cosa c'è? cosa c'è? - ripeté Agnese, afferrandola per
un braccio.
-
- Diavolo d'una donna! - esclamò Perpetua,
rispingendola, per mettersi in libertà; e prese
-
la rincorsa. Quando, più lontano, più acuto, più
istantaneo, si sente l'urlo di Menico.
-
- Misericordia! - grida anche Agnese; e di galoppo
dietro l'altra. Avevan quasi appena
-
alzati i calcagni, quando scoccò la campana: un tocco,
e due, e tre, e seguita: sarebbero
-
stati sproni, se quelle ne avessero avuto bisogno.
Perpetua arriva, un momento prima
-
dell'altra; mentre vuole spinger l'uscio, l'uscio si
spalanca di dentro, e sulla soglia
-
compariscono Tonio, Gervaso, Renzo, Lucia, che, trovata
la scala, eran venuti giù
-
saltelloni; e, sentendo poi quel terribile scampanìo,
correvano in furia, a mettersi in salvo.
-
- Cosa
c'è? cosa c'è? - domandò Perpetua ansante ai fratelli, che le risposero
con un
-
urtone, e scantonarono. - E voi! come! che fate qui
voi? - domandò poscia all'altra coppia,
-
quando l'ebbe raffigurata. Ma quelli pure usciron senza
rispondere. Perpetua, per
-
accorrere dove il bisogno era maggiore, non domandò
altro, entrò in fretta nell'andito, e
-
corse, come poteva al buio, verso la scala. I due sposi
rimasti promessi si trovarono in
-
faccia Agnese, che arrivava tutt'affannata. - Ah siete
qui! - disse questa, cavando fuori la
-
parola a stento: - com'è andata? cos'è la campana? mi
par d'aver sentito...
-
- A casa, a casa, - diceva Renzo, - prima che venga
gente -. E s avviavano; ma arriva
-
Menico di corsa, li riconosce, li ferma, e, ancor tutto
tremante, con voce mezza fioca, dice:
-
- dove andate? indietro, indietro! per di qua, al
convento!
-
- Sei tu che...? - cominciava Agnese.
-
- Cosa c'è d'altro? - domandava Renzo. Lucia, tutta
smarrita, taceva e tremava.
-
- C'è il diavolo in casa, - riprese Menico ansante. -
Gli ho visti io: m'hanno voluto
-
ammazzare: l'ha detto il padre Cristoforo: e anche voi,
Renzo, ha detto che veniate subito:
-
e poi gli ho visti io: provvidenza che vi trovo qui
tutti! vi dirò poi, quando saremo fuori.
-
Renzo, ch'era il più in sé di tutti, pensò che, di qua
o di là, conveniva andar subito, prima
-
che la gente accorresse; e che la più sicura era di far
ciò che Menico consigliava, anzi
-
comandava, con la forza d'uno spaventato. Per istrada
poi, e fuor del pericolo, si potrebbe
-
domandare al ragazzo una spiegazione più chiara. -
Cammina avanti, - gli disse. - Andiam
-
con lui, - disse alle donne. Voltarono, s'incamminarono
in fretta verso la chiesa,
-
attraversaron la piazza, dove per grazia del eielo, non
c'era ancora anima vivente;
-
entrarono in una stradetta che era tra la chiesa e la
casa di don Abbondio; al primo buco
-
che videro in una siepe, dentro, e via per i campi.
-
Non s'eran forse allontanati un cinquanta passi, quando la gente
cominciò ad accorrere
-
sulla piazza, e ingrossava ogni momento. Si guardavano in viso gli uni
con gli altri: ognuno
-
aveva una domanda da fare, nessuno una risposta da dare. I primi
arrivati corsero alla
-
porta
della chiesa: era serrata. Corsero al campanile di fuori; e uno di
quelli, messa la
-
bocca a un finestrino, una specie di feritoia, cacciò
dentro un: - che diavolo c'è? - Quando
-
Ambrogio sentì una voce conosciuta, lasciò andar la
corda; e assicurato dal ronzìo, ch'era
-
accorso molto popolo, rispose: - vengo ad aprire -. Si
mise in fretta l'arnese che aveva
-
portato sotto il braccio, venne, dalla parte di dentro,
alla porta della chiesa, e l'aprì.
-
- Cos'è tutto questo fracasso? - Cos'è? - Dov'è? - Chi
è?
-
- Come, chi è? - disse Ambrogio, tenendo con una mano
un battente della porta, e, con
-
l'altra, il lembo di quel tale arnese, che s'era messo
così in fretta: - come! non lo sapete?
-
gente in casa del signor curato. Animo, figliuoli:
aiuto -. Si voltan tutti a quella casa, vi
-
s'avvicinano in folla, guardano in su, stanno in
orecchi: tutto quieto. Altri corrono dalla
-
parte dove c'era l'uscio: è chiuso, e non par che sia
stato toccato. Guardano in su anche
-
loro: non c'è una finestra aperta: non si sente uno
zitto.
-
- Chi è là dentro? - Ohe, ohe! - Signor curato! -
Signor curato!
-
Don Abbondio, il quale, appena accortosi della fuga
degl'invasori, s'era ritirato dalla
-
finestra, e l'aveva richiusa, e che in questo momento
stava a bisticciar sottovoce con
-
Perpetua, che l'aveva lasciato solo in quell'imbroglio,
dovette, quando si sentì chiamare a 65
-
voce di popolo, venir di nuovo alla finestra; e visto
quel gran soccorso, si pentì d'averlo
-
chiesto.
-
- Cos'è stato? - Che le hanno fatto? - Chi sono
costoro? - Dove sono? - gli veniva gridato
-
da cinquanta voci a un tratto.
-
- Non c'è più nessuno: vi ringrazio: tornate pure a
casa.
-
- Ma chi è stato? - Dove sono andati? - Che è accaduto?
-
- Cattiva gente, gente che gira di notte; ma sono
fuggiti: tornate a casa; non c'è più niente:
-
un'altra volta, figliuoli: vi ringrazio del vostro buon
cuore -. E, detto questo, si ritirò, e
-
chiuse la finestra. Qui alcuni cominciarono a
brontolare, altri a canzonare, altri a sagrare;
-
altri si stringevan nelle spalle, e se n'andavano:
quando arriva uno tutto trafelato, che
-
stentava a formar le parole. Stava costui di casa quasi
dirimpetto alle nostre donne, ed
-
essendosi, al rumore, affacciato alla finestra, aveva
veduto nel cortiletto quello scompiglio
-
de' bravi, quando il Griso s'affannava a raccoglierli.
Quand'ebbe ripreso fiato, gridò: - che
-
fate qui, figliuoli? non è qui il diavolo; è giù in
fondo alla strada, alla casa d'Agnese
-
Mondella: gente armata; son dentro; par che vogliano
ammazzare un pellegrino; chi sa
-
che diavolo c'è!
-
- Che? - Che? - Che? - E comincia una consulta
tumultuosa. - Bisogna andare. - Bisogna
-
vedere. - Quanti sono? - Quanti siamo? - Chi sono? - Il
console! il console!
-
- Son qui, - risponde il console, di mezzo alla folla:
- son qui; ma bisogna aiutarmi, bisogna
-
ubbidire. Presto: dov'è il sagrestano? Alla campana,
alla campana. Presto: uno che corra
-
a Lecco a cercar soccorso: venite qui tutti...
-
Chi accorre, chi sguizza tra uomo e uomo, e se la batte; il tumulto
era grande, quando
-
arriva un altro, che gli aveva veduti partire in fretta, e grida: -
correte, figliuoli: ladri, o
-
banditi che scappano con un pellegrino: son già fuori del paese:
addosso! addosso! - A
-
quest'avviso, senza aspettar gli ordini del capitano, si movono in
massa, e giù alla rinfusa
-
per la strada; di mano in mano che l'esercito s'avanza, qualcheduno di
quei della
-
vanguardia rallenta il passo, si lascia sopravanzare, e si ficca nel
corpo della battaglia: gli
-
ultimi
spingono innanzi: lo sciame confuso giunge finalmente al luogo indicato.
Le tracce
-
dell'invasione eran fresche e manifeste: l'uscio
spalancato, la serratura sconficcata; ma
-
gl'invasori erano spariti. S'entra nel cortile; si va
all'uscio del terreno: aperto e sconficcato
-
anche quello: si chiama: - Agnese! Lucia! Il
pellegrino! Dov'è il pellegrino? L'avrà sognato
-
Stefano, il pellegrino. - No, no: l'ha visto anche
Carlandrea. Ohe, pellegrino! - Agnese!
-
Lucia! - Nessuno risponde. - Le hanno portate via! Le
hanno portate via! - Ci fu allora di
-
quelli che, alzando la voce, proposero d'inseguire i
rapitori: che era un'infamità; e sarebbe
-
una vergogna per il paese, se ogni birbone potesse a
man salva venire a portar via le
-
donne, come il nibbio i pulcini da un'aia deserta.
Nuova consulta e più tumultuosa: ma uno
-
(e non si seppe mai bene chi fosse stato) gettò nella
brigata una voce, che Agnese e Lucia
-
s'eran messe in salvo in una casa. La voce corse
rapidamente, ottenne credenza; non si
-
parlò più di dar la caccia ai fuggitivi; e la brigata si sparpagliò,
andando ognuno a casa
-
sua. Era un bisbiglio, uno strepito, un picchiare e un aprir d'usci,
un apparire e uno sparir
-
di lucerne, un interrogare di donne dalle finestre, un rispondere
dalla strada. Tornata
-
questa deserta e silenziosa, i discorsi continuaron nelle case, e
moriron negli sbadigli, per
-
ricominciar
poi la mattina. Fatti però, non ce ne fu altri; se non che, quella
medesima
-
mattina, il console, stando nel suo campo, col mento in
una mano, e il gomito appoggiato
-
sul manico della vanga mezza ficcata nel terreno, e con
un piede sul vangile; stando, dico,
-
a speculare tra sé sui misteri della notte passata, e
sulla ragion composta di ciò che gli
-
toccase a fare, e di ciò che gli convenisse fare, vide
venirsi incontro due uomini d'assai
-
gagliarda presenza, chiomati come due re de' Franchi
della prima razza, e somigliantissimi
-
nel resto a que' due che cinque giorni prima avevano
affrontato don Abbondio, se pur non
-
eran que' medesimi. Costoro, con un fare ancor men
cerimonioso, intimarono al console
-
che guardasse bene di non far deposizione al podestà
dell'accaduto, di non rispondere i l 66
-
vero, caso che ne venisse interrogato, di non ciarlare,
di non fomentar le ciarle de' villani,
-
per quanto aveva cara la speranza di morir di malattia.
-
I nostri fuggiaschi camminarono un pezzo di buon
trotto, in silenzio, voltandosi, ora l'uno
-
ora l'altro, a guardare se nessuno gl'inseguiva, tutti
in affanno per la fatica della fuga, per il
-
batticuore e per la sospensione in cui erano stati, per
il dolore della cattiva riuscita, per
-
l'apprensione confusa del nuovo oscuro pericolo. E
ancor più in affanno li teneva
-
l'incalzare continuo di que' rintocchi, i quali,
quanto, per l'allontanarsi, venivan più fiochi e
-
ottusi, tanto pareva che prendessero un non so che di
più lugubre e sinistro. Finalmente
-
cessarono. I fuggiaschi allora, trovandosi in un campo
disabitato, e non sentendo un alito
-
all'intorno, rallentarono il passo; e fu la prima
Agnese che, ripreso fiato, ruppe il silenzio,
-
domandando a Renzo com'era andata, domandando a Menico
cosa fosse quel diavolo in
-
casa. Renzo raccontò brevemente la sua trista storia; e
tutt'e tre si voltarono al fanciullo, il
-
quale riferì più espressamente l'avviso del padre, e
raccontò quello ch'egli stesso aveva
-
veduto e rischiato, e che pur troppo confermava
l'avviso. Gli ascoltatori compresero più di
-
quel che Menico avesse saputo dire: a quella scoperta,
si sentiron rabbrividire; si fermaron
-
tutt'e tre a un tratto, si guardarono in viso l'un con
l'altro, spaventati; e subito, con un
-
movimento unanime, tutt'e tre posero una mano, chi sul
capo, chi sulle spalle del ragazzo,
-
come per accarezzarlo, per ringraziarlo tacitamente che
fosse stato per loro un angelo
-
tutelare, per dimostrargli la compassione che sentivano
dell'angoscia da lui sofferta, e del
-
pericolo corso per la loro salvezza; e quasi per
chiedergliene scusa. - Ora torna a casa,
-
perché i tuoi non abbiano a star più in pena per te, -
gli disse Agnese; e rammentandosi
-
delle due parpagliole promesse, se ne levò quattro di
tasca, e gliele diede, aggiungendo: -
-
basta; prega il Signore che ci rivediamo presto: e allora...
- Renzo gli diede una berlinga
-
nuova, e gli raccomandò molto di non dir nulla della
commissione avuta dal frate; Lucia
-
l'accarezzò di nuovo, lo salutò con voce accorata; il
ragazzo li salutò tutti, intenerito; e
-
tornò indietro. Quelli ripresero la loro strada, tutti
pensierosi; le donne innanzi, e Renzo
-
dietro, come per guardia. Lucia stava stretta al
braccio della madre, e scansava
-
dolcemente, e con destrezza, l'aiuto che il giovine le
offriva ne' passi malagevoli di quel
-
viaggio fuor di strada; vergognosa in sé, anche in un
tale turbamento, d'esser già stata
-
tanto sola con lui, e tanto famigliarmente, quando
s'aspettava di divenir sua moglie, tra
-
pochi momenti. Ora, svanito così dolorosamente quel
sogno, si pentiva d'essere andata
-
troppo avanti, e, tra tante cagioni di tremare, tremava
anche per quel pudore che non
-
nasce dalla trista scienza del male, per quel pudore
che ignora se stesso, somigliante alla
-
paura del fanciullo, che trema nelle tenebre, senza
saper di che.
-
- E la casa? - disse a un tratto Agnese. Ma, per quanto
la domanda fosse importante,
-
nessuno rispose, perché nessuno poteva darle una
risposta soddisfacente. Continuarono
-
in silenzio la loro strada, e poco dopo, sboccarono
finalmente sulla piazzetta davanti alla
-
chiesa del convento.
-
Renzo s'affacciò alla porta, e la sospinse bel bello.
La porta di fatto s'aprì; e la luna,
-
entrando per lo spiraglio, illuminò la faccia pallida,
e la barba d'argento del padre
-
Cristoforo, che stava quivi ritto in aspettativa. Visto
che non ci mancava nessuno, - Dio sia
-
benedetto! - disse, e fece lor cenno ch'entrassero.
Accanto a lui, stava un altro
-
cappuccino; ed era il laico sagrestano, ch'egli, con
preghiere e con ragioni, aveva
-
persuaso a vegliar con lui, a lasciar socchiusa la porta,
e a starci in sentinella, per
-
accogliere que' poveri minacciati: e non si richiedeva
meno dell'autorità del padre, della
-
sua fama di santo, per ottener dal laico una
condiscendenza incomoda, pericolosa e
-
irregolare. Entrati che furono, il padre Cristoforo
riaccostò la porta adagio adagio. Allora il
-
sagrestano non poté più reggere, e, chiamato il padre
da una parte, gli andava susurrando
-
all'orecchio: - ma padre, padre! di notte... in
chiesa... con donne... chiudere... la regola...
-
ma padre! - E tentennava la testa. Mentre diceva
stentatamente quelle parole, " vedete un
-
poco! " pensava il padre Cristoforo, " se
fosse un masnadiero inseguito, fra Fazio non gli
-
farebbe una difficoltà al mondo; e una povera
innocente, che scappa dagli artigli del lupo... 67
-
" - Omnia munda mundis, - disse poi, voltandosi
tutt'a un tratto a fra Fazio, e dimenticando
-
che questo non intendeva il latino. Ma una tale
dimenticanza fu appunto quella che fece
-
l'effetto. Se il padre si fosse messo a questionare con
ragioni, a fra Fazio non sarebber
-
mancate altre ragioni da opporre; e sa il cielo quando
e come la cosa sarebbe finita. Ma, al
-
sentir quelle parole gravide d'un senso misterioso, e
proferite così risolutamente, gli parve
-
che in quelle dovesse contenersi la soluzione di tutti
i suoi dubbi. S'acquietò, e disse: -
-
basta! lei ne sa più di me.
-
- Fidatevi pure, - rispose il padre Cristoforo; e, all'incerto chiarore
della lampada che
-
ardeva davanti all'altare, s'accostò ai ricoverati, i
quali stavano sospesi aspettando, e
-
disse loro: - figliuoli! ringraziate il Signore, che
v'ha scampati da un gran pericolo. Forse in
-
questo momento...! - E qui si mise a spiegare ciò che
aveva fatto accennare dal piccol
-
messo: giacché non sospettava ch'essi ne sapesser più
di lui, e supponeva che Menico gli
-
avesse trovati tranquilli in casa, prima che
arrivassero i malandrini. Nessuno lo disingannò,
-
nemmeno Lucia, la quale però sentiva un rimorso segreto
d'una tale dissimulazione, con
-
un tal uomo; ma era la notte degl'imbrogli e de'
sotterfugi.
-
- Dopo di ciò, - continuò egli, - vedete bene,
figliuoli, che ora questo paese non è sicuro
-
per voi. ' il vostro; ci siete nati; non avete fatto
male a nessuno; ma Dio vuol così. È una
-
prova, figliuoli: sopportatela con pazienza, con fiducia,
senza odio, e siate sicuri che verrà
-
un tempo in cui vi troverete contenti di ciò che ora
accade. Io ho pensato a trovarvi un
-
rifugio, per questi primi momenti. Presto, io spero,
potrete ritornar sicuri a casa vostra; a
-
ogni modo, Dio vi provvederà, per il vostro meglio; e
io certo mi studierò di non mancare
-
alla grazia che mi fa, scegliendomi per suo ministro,
nel servizio di voi suoi poveri cari
-
tribolati. Voi, - continuò volgendosi alle due donne, -
potrete fermarvi a ***. Là sarete
-
abbastanza fuori d'ogni pericolo, e, nello stesso
tempo, non troppo lontane da casa vostra.
-
Cercate del nostro convento, fate chiamare il padre
guardiano, dategli questa lettera: sarà
-
per voi un altro fra Cristoforo. E anche tu, il mio
Renzo, anche tu devi metterti, per ora, in
-
salvo dalla rabbia degli altri, e dalla tua. Porta
questa lettera al padre Bonaventura da
-
Lodi, nel nostro convento di Porta Orientale in Milano.
Egli ti farà da padre, ti guiderà, ti
-
troverà del lavoro, per fin che tu non possa tornare a
viver qui tranquillamente. Andate alla
-
riva del lago, vicino allo sbocco del Bione -. È un
torrente a pochi passi da Pescarenico. -
-
Lì vedrete un battello fermo; direte: barca; vi sarà
domandato per chi; risponderete: san
-
Francesco. La barca vi riceverà, vi trasporterà
all'altra riva, dove troverete un baroccio che
-
vi condurrà addirittura fino a ***.
-
Chi domandasse come fra Cristoforo avesse così subito a
sua disposizione que' mezzi di
-
trasporto, per acqua e per terra, farebbe vedere di non
conoscere qual fosse il potere d'un
-
cappuccino tenuto in concetto di santo.
-
Restava da pensare alla custodia delle case. Il padre
ne ricevette le chiavi, incaricandosi
-
di consegnarle a quelli che Renzo e Agnese
gl'indicarono. Quest'ultima, levandosi di tasca
-
la sua, mise un gran sospiro, pensando che, in quel
momento, la casa era aperta, che
-
c'era stato il diavolo, e chi sa cosa ci rimaneva da
custodire!
-
- Prima che partiate, - disse il padre, - preghiamo
tutti insieme il Signore, perché sia con
-
voi, in codesto viaggio, e sempre; e sopra tutto vi dia
forza, vi dia amore di volere ciò
-
ch'Egli ha voluto -. Così dicendo s'inginocchiò nel
mezzo della chiesa; e tutti fecer lo
-
stesso. Dopo ch'ebbero pregato, alcuni momenti, in
silenzio, il padre, con voce sommessa,
-
ma distinta, articolò queste parole: - noi vi preghiamo
ancora per quel poveretto che ci ha
-
condotti a questo passo. Noi saremmo indegni della
vostra misericordia, se non ve la
-
chiedessimo di cuore per lui; ne ha tanto bisogno! Noi,
nella nostra tribolazione, abbiamo
-
questo conforto, che siamo nella strada dove ci avete
messi Voi: possiamo offrirvi i nostri
-
guai; e diventano un guadagno. Ma lui!... è vostro
nemico. Oh disgraziato! compete con
-
Voi! Abbiate pietà di lui, o Signore, toccategli il cuore,
rendetelo vostro amico, concedetegli
-
tutti i beni che noi possiamo desiderare a noi stessi.
68
-
Alzatosi poi, come in fretta, disse: - via, figliuoli,
non c'è tempo da perdere: Dio vi guardi, il
-
suo angelo v'accompagni: andate -. E mentre s'avviavano,
con quella commozione che
-
non trova parole, e che si manifesta senza di esse, il
padre soggiunse, con voce alterata: -
-
il cuor mi dice che ci rivedremo presto.
-
Certo, il cuore, chi gli dà retta, ha sempre qualche cosa da dire su
quello che sarà. Ma che
-
sa il cuore? Appena un poco di quello che è già accaduto.
-
Senza aspettar risposta, fra Cristoforo, andò verso la
sagrestia; i viaggiatori usciron di
-
chiesa; e fra Fazio chiuse la porta, dando loro un
addio, con la voce alterata anche lui.
-
Essi s'avviarono zitti zitti alla riva ch'era stata loro indicata;
videro il battello pronto, e data
-
e barattata la parola, c'entrarono. Il barcaiolo,
puntando un remo alla proda, se ne staccò;
-
afferrato poi l'altro remo, e vogando a due braccia,
prese il largo, verso la spiaggia
-
opposta. Non tirava un alito di vento; il lago giaceva liscio e
piano, e sarebbe parso
-
immobile,
se non fosse stato il tremolare e l'ondeggiar leggiero della luna, che vi si
-
specchiava
da mezzo il cielo. S'udiva soltanto il fiotto morto e lento frangersi
sulle ghiaie
-
del lido, il gorgoglìo più lontano dell'acqua rotta tra
le pile del ponte, e il tonfo misurato di
-
que' due remi, che tagliavano la superficie azzurra del
lago, uscivano a un colpo
-
grondanti, e si rituffavano. L'onda segata dalla barca,
riunendosi dietro la poppa, segnava
-
una striscia increspata, che s'andava allontanando dal
lido. I passeggieri silenziosi, con la
-
testa voltata indietro, guardavano i monti, e il paese rischiarato dalla luna, e
variato qua e
-
là di grand'ombre. Si distinguevano i villaggi, le
case, le capanne: il palazzotto di don
-
Rodrigo, con la sua torre piatta, elevato sopra le
casucce ammucchiate alla falda del
-
promontorio, pareva un feroce che, ritto nelle tenebre,
in mezzo a una compagnia
-
d'addormentati, vegliasse, meditando un delitto. Lucia
lo vide, e rabbrividì; scese con
-
l'occhio giù giù per la china, fino al suo paesello,
guardò fisso all'estremità, scoprì la sua
-
casetta, scoprì la chioma folta del fico che
sopravanzava il muro del cortile, scoprì la
-
finestra della sua camera; e, seduta, com'era, nel
fondo della barca, posò il braccio sulla
-
sponda, posò sul braccio la fronte, come per dormire, e
pianse segretamente.
-
Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali,
note a chi è cresciuto
-
tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de'
suoi più familiari;
-
torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci
domestiche; ville sparse e
-
biancheggianti
sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il
passo
-
di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla
fantasia di quello stesso che se ne parte
-
volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove
fortuna, si disabbelliscono, in quel
-
momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia
d'essersi potuto risolvere, e tornerebbe
-
allora indietro, se non pensasse che, un giorno,
tornerà dovizioso. Quanto più si avanza
-
nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e
stanco, da quell'ampiezza uniforme; l'aria gli
-
par gravosa e morta; s'inoltra mesto e disattento nelle
città tumultuose; le case aggiunte a
-
case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli
levino il respiro; e davanti agli
-
edifizi ammirati dallo straniero, pensa, con desiderio
inquieto, al campicello del suo paese,
-
alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da
gran tempo, e che comprerà,
-
tornando ricco a' suoi monti.
-
Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli neppure
un desiderio fuggitivo, chi aveva
-
composti in essi tutti i disegni dell'avvenire, e n'è
sbalzato lontano, da una forza perversa!
-
Chi, staccato a un tempo dalle più care abitudini, e
disturbato nelle più care speranze,
-
lascia que' monti, per avviarsi in traccia di sconosciuti che non ha
mai desiderato di
-
conoscere, e non può con l'immaginazione arrivare a un
momento stabilito per il ritorno!
-
Addio,
casa natìa, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s'imparò a distinguere dal
-
rumore
de' passi comuni il rumore d'un passo aspettato con un misterioso
timore. Addio,
-
casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte
alla sfuggita, passando, e non senza
-
rossore; nella quale la mente si figurava un soggiorno
tranquillo e perpetuo di sposa.
-
Addio,
chiesa, dove l'animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore;
dov'era
-
promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto
del cuore doveva essere 69
-
solennemente benedetto, e l'amore venir comandato, e
chiamarsi santo; addio! Chi dava a
-
voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la
gioia de' suoi figli, se non per
-
prepararne loro una più certa e più grande. Di tal genere, se non tali
appunto, erano i pensieri di Lucia, e poco diversi i pensieri degli
altri due pellegrini, mentre la barca gli andava avvicinando alla riva destra
dell'Adda.
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