"Esse si annunciano già nel linguaggio. Chi dice: il tempo passa, scorre, trascorre, fugge, ha in mente un tempo diverso rispetto a chi usa modi di dire nei quali il tempo è rappresentato da una ruota e parla perciò di cicli e di ricorsi. Per il primo il tempo è una forza progressiva; per l'altro una forza ciclica. Sebbene nel tempo siano presenti entrambi questi aspetti, è molto diverso se percepiamo l’uno o l'altro, a quale dei due prestiamo ascolto".
Il pensiero di Junger si snoda ulteriormente così: "II tempo che ritorna è un tempo che dona e restituisce. Le ore sono ore dispensatrici. Sono anche diverse l’una dall'altra perché ci sono le ore di tutti i giorni e le ore di festa. Ci sono albe e tramonti, basse e alte maree, costellazioni e culminazioni. Il tempo progressivo invece, non viene misurato in cicli e moti circolari, ma su una scala graduata: è un tempo uniforme. Qui i contenuti passano in secondo piano" .
«Quanto più ci si identifica con il proprio tempo e si vive in simbiosi con esso, tanto più si è vittime dei suoi pregiudizi. Ma il pregiudizio più radicato è il tempo in quanto tale. Questo è un vecchio problema filosofico. Più recente, invece, è la consapevolezza che questo pregiudizio non rimane sempre uguale a sé stesso, che muta le forme in cui si presenta, che anch’esso è soggetto alle mode»
Ernst Junger, Il libro dell'orologio a polvere, Adelphi
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