La quartana
MATERIALI DI LAVORO PER LA CLASSE QUARTA SUPERIORE
sabato 22 maggio 2021
lunedì 10 maggio 2021
Epica e romanzo
Franco Moretti
domenica 9 maggio 2021
Purgatorio I
sabato 8 maggio 2021
Il Paradiso di Dante
La terza cantica della Commedia racconta la parte conclusiva del viaggio di Dante nel regno degli angeli e beati. Esso è il regno della luce, simbolo della beatitudine e della spiritualità ma anche della gloria e della potenza di Dio.
mercoledì 5 maggio 2021
Ugo Foscolo
Ritratto di Ugo Foscolo, olio su tela, opera di François-Xavier Fabre, 1813 (Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze)
Solcata ho fronte.......
VIDEO DI RAISCUOLA SU FOSCOLO A QUESTO LINK (50 minuti)
https://www.raiplay.it/video/2017/11/Cultura---I-grandi-della-letteratura-Ugo-Foscolo-175f5a51-e40e-4ff6-b88b-e5e02a9d1356.html
Progetto Ugo Foscolo -TUTTE LE OPERE e alcune pagine critiche
sabato 1 maggio 2021
Che tortura!!!! (intorno a Beccaria)
giovedì 8 aprile 2021
sabato 27 marzo 2021
giovedì 25 marzo 2021
ORAZIO
La PRIAMEL dell'ode I, 1 - analisi
INTRODUZIONE A ORAZIO LIRICO: LA POESIA DELLA SAGGEZZA (di Alfonso Traina)
sabato 27 febbraio 2021
venerdì 15 gennaio 2021
Barocco!
L'IDENTITA' DEL BAROCCO: Fra la fine del 1400 e l’inizio del 1700 grandi cambiamenti storico-sociali e religiosi segnano il passaggio dall’Età Medievale all’Età Moderna.
mercoledì 13 gennaio 2021
OVIDIO
Ovidio Metamorfosi Libro I
corpora;
di, coeptis (nam vos mutastis et illas)
adspirate
meis primaque ab origine mundi
ad mea perpetuum deducite tempora carmen!
5 Ante mare et terras et quod
tegit omnia caelum
unus erat toto naturae vultus in orbe,
quem
dixere chaos: rudis indigestaque moles
nec
quicquam nisi pondus iners congestaque eodem
non
bene iunctarum discordia semina rerum.
A narrare di forme cambiate in corpi stranieri mi spinge l'ingegno; al progetto, dèi, date respiro (siete voi che lo avete cambiato) e guidate i miei versi a discendere dal primo principio del mondo di seguito fino ai miei giorni.
Prima del mare, dei campi, del ciclo a coprire ogni cosa, per l'universo mostrava la natura un'identica faccia, il Caos, come l'hanno chiamata: una massa informe e confusa, nient'altro che un torpido peso e dentro, ammucchiati e discordi, i germi di cose sconnesse.
venerdì 4 dicembre 2020
Niccolò Machiavelli: Il Principe
MACHIAVELLI E IL SUO TEMPO AL LINK della mostra che si tenne nel 2013
martedì 1 dicembre 2020
Virgilio
Publio Virgilio Marone
Nel 70
avanti Cristo, nelle Idi di ottobre,(15 ottobre) Publio Virgilio Marone
nacque ad Andes, presso Mantova......
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venerdì 25 settembre 2020
lunedì 10 febbraio 2020
Marianna Ucrìa
http://www.daciamaraini.com/biografia.shtml
Un milione di Marianna
Qui trovi tutte le informazioni sul romanzo
giovedì 10 ottobre 2019
Lucrezio
http://www.nonsolobiografie.it/personaggi/biografia_lucrezio-1.pdf
oppure a questo estratto:
http://www2.classics.unibo.it/Didattica/LatBC/IntroLucr.pdf
Da Gian Biagio Conte , Insegnamenti per un lettore sublime, prefazione a De R. N. , Rizzoli, alcuni concetti chiave:
mercoledì 1 maggio 2019
domenica 18 marzo 2018
martedì 19 settembre 2017
UMANESIMO
giovedì 9 aprile 2015
Goldoni e la riforma del teatro
https://www.thinglink.com/scene/636125988975017984
giovedì 25 settembre 2014
Apuleio, L'asino d'oro
tratta da “L’asino d’oro” di APULEIO
TESTO IN LATINO E IN ITALIANO!
PDF di 16 pagine con molte illustrazioni
SCHEDE con le rappresentazioni pittoriche e scultoree più famose
Le metamorfosi - analisi dell'intera opera
Livelli di interpretazione:
neoplatonica: storia dell'anima
psicoanalitica (Junghiana)
scultorea- Canova
pittorica - Dosso Dossi
pittorica Raffaello
allegorica
esoterica
filosofica
narratologica (propp)
http://www.griseldaonline.it/didattica/lo-straniero-che-e-in-noi-l-asino-d-oro-di-apuleio-d-alfonso.html
Pitture di ogni tempo dedicate al mito di amore e psiche:
http://almacattleya.blogspot.it/2010/12/due-amanti.html
giovedì 18 settembre 2014
Dal Medioevo al Rinascimento, attraverso l'Umanesimo
Parole chiave del medio evo:
Età di mezzo?
invasioni barbariche
feudalesimo
cattolicesimo
castelli e conventi
passaggio dal latino ai volgari
nascita delle letterature nazionali
codificazione dei generi letterari
spopolamento delle campagne, urbanizzazione
Impero
liberi Comuni
cattedrali: affreschi e vetrate
allegoria
predicazione
pellegrini
mercanti
senso del peccato e mortificazione del corpo
"nascita" del purgatorio
Peste
Parole chiave dell'Umanesimo
Signorie
Banche
Da Dio... all'Uomo
Il libro e la trasmissione del sapere
" Homo sum; nihil humani a me alienum puto" (Terenzio, II sec A.C.)
Da Treccani.it:
mercoledì 17 settembre 2014
Lettura del primo giorno
Tema dell'anno: muoversi, camminare, andare
IL CAVALIERE DEL SECCHIO (Franz Kafka)
martedì 18 marzo 2014
Nascita del romanzo moderno
APPUNTI SUL ROMANZO
da GUIDO MAZZONI "TEORIA DEL ROMANZO"
martedì 17 settembre 2013
Estate da leggere tra terzo e quarto anno
- Italo Calvino, Il cavaliere inesistente, Einaudi o Mondadori(ci serve quasi subito per il confronto con l’Orlando Furioso)
- Elsa Morante, L’isola di Arturo (le isole del sud, un padre misterioso, un bambino che cresce)
domenica 8 aprile 2012
venerdì 23 marzo 2012
Vittorio Alfieri in viaggio verso l'estremo
mercoledì 14 marzo 2012
Goldoni, La locandiera
martedì 4 ottobre 2011
sabato 2 aprile 2011
giovedì 17 marzo 2011
giovedì 27 gennaio 2011
domenica 5 dicembre 2010
Il libro del Cortegiano
Il Cortegiano è composto di quattro libri: i protagonisti del trattato sono illustri e dotti personaggi che, impegnati in piacevoli giochi e in liete conversazioni, passano virtuosamente il tempo libero della sera, dopo le occupazioni quotidiane, e decidono di dedicarsi al gioco di "formar con parole un perfetto cortegiano".
La corte è quella di Urbino , presso la quale Castiglione prestò servizio dal 1504 al 1513: il dialogo s’immagina avvenuto nel 1507, alla presenza della duchessa Elisabetta e della signora Emilia Pio. La struttura dell’opera è modulata sul De oratore di Cicerone, sulla Repubblica di Platone.
Nel corso del secondo libro, la parola passa da Federico Fregoso, impegnato ad illustrare le modalità di applicazione dei precetti delineati in precedenza, a Bernardo Dovizi da Bibbiena , che propone il tema delle facezie come forma propria dell’intrattenimento cortigiano.
Il quarto ed ultimo libro affronta una serie di tematiche che si differenziano sensibilmente dalle precedenti, in quanto è in questa sede che vengono analizzati i rapporti fra principe e cortigiano all’interno della struttura politica e sociale della corte.
Conosciuto ancor prima che fosse pubblicato, il Cortegiano conobbe una rapida diffusione europea che testimonia il ruolo da esso ottenuto come modello di comportamento e compiuta forma del vivere nelle società, manifesto esemplare del perfetto "uomo di corte" fino alla Rivoluzione francese. Le letterature europee del Seicento documentano, infatti, una diffusione capillare del testo di Castiglione: se in Spagna il Cortegiano assume le fattezze dello Héroe (1647) e del Discreto (1646) del gesuita Balthasar Graciàn, in Francia diviene il Gentilhomme di N. Pasquier (1611), il Courtisan français (1632) di un autore rimasto anonimo, l’"honnête homme" de L’art de plaire à la cour di N. Faret stampato nel 1630.
sabato 16 ottobre 2010
venerdì 15 ottobre 2010
Borges, Nove saggi danteschi
venerdì 30 ottobre 2009
martedì 6 ottobre 2009
L'eterno mito di Orfeo ed Euridice
Orfeo, Euridice, Hermes:
Museo archeologico, Napoli
POLIZIANO, LA FAVOLA DI ORFEO
.....
Dunque piangiamo, o sconsolata lira,
ché più non si convien l'usato canto.
Piangiam, mentre che 'l ciel ne' poli agira
e Filomela ceda al nostro pianto.
O cielo, o terra, o mare! o sorte dira!
Come potrò soffrir mai dolor tanto?
Euridice mia bella, o vita mia,
senza te non convien che 'n vita stia.
...
Il mito nei secoli
Il mito di Orfeo nel melodramma
Italo Calvino L'altra Euridice, Gesualdo Bufalino Il ritorno di Euridice
Umberto Curi, saggio su Orfeo ed Euridice
Giorgio de Chirico, Orfeo solitario
Variazioni sul mito di Orfeo
venerdì 25 settembre 2009
Inferno 24
lunedì 1 giugno 2009
Tempo lineare e tempo ciclico
martedì 12 maggio 2009
domenica 26 aprile 2009
martedì 3 marzo 2009
domenica 15 febbraio 2009
Ciro di Pers
Mobile ordigno di dentate ruote,
domenica 1 febbraio 2009
Letture - Gomorra; Romanzo criminale
2) Giancarlo De Cataldo, Romanzo criminale, Einaudi, 2002
Diario di lettura di Juliette
24 dicembre 2008
“il dottor Nicolò Scialoja dirige l’Ufficio logistica e informazioni sulla criminalità del ministero degli Interni. Abita un lussuoso attico in via Chiana. Non si è mai sposato”.
Leggo sempre l’ultima frase di un romanzo prima di iniziarlo : mi invoglia alla lettura. Devo però ammettere che questa frase in particolare mi lascia attonita; con un briciolo di perplessità inizio a leggere.
Il prologo si svolge a Roma, non fatico a immaginare lo stato di angoscia e rabbia del fantomatico personaggio, sono infatti in macchina da ore (sto andando in Francia) e l’odore della benzina attanaglia il mio stomaco a digiuno. Rapidamente giungo alla Genesi ;questo capitolo dal titolo apocalittico mi fa spontaneamente pensare a quello che si potrebbe definire “l’inizio della fine”; pochi paragrafi dopo mi accorgo che non mi sbagliavo : i ragazzi della neo banda malavitosa mirano a qualcosa di molto grande che senza dubbio li distruggerà :il dominio su Roma.
25 dicembre 2008
Scialoja ha scoperto la banda ! sprofondata nella poltrona lo maledico ….non può finire ora ! le poche pagine iniziali infatti bastano per affezionarsi a questi giovani sbandati : così lontani dalla nostra realtà attuale ma allo stesso tempo dotati di una tale volontà e audacia da far nascere nel lettore un sentimento di ammirazione.
28 29 dicembre 2008
In questi due giorni la lettura è diventata frenetica ;nelle ultime pagine è comparsa una nuova ed enigmatica figura : il Vecchio.
Questo burattinaio del sistema globale lascia con il fiato sospeso, è infatti impossibile capire quale sia il suo ruolo nella trama: perché un personaggio colto come lui è affiancato da due grezzi spioni come gli agenti Zeta e Pigreco ? che cosa lo lega alla banda della Magliana ?
3 gennaio 2009
Sono giunta al termine della lettura.
È stato come prendere una grande boccata d’aria e immergersi d’un tratto in tutto il sudiciume della società :la droga, la prostituzione, il racket …. Tutto precipita infatti con la morte del Libanese. Egli è l’unico che grazie al suo comportamento lucido e coerente riesce a dare ,paradossalmente, dignità alla banda. Con il suo assassinio la situazione si aggroviglia : i ragazzi iniziano a dividersi le mansioni facendo in realtà di testa loro e molte violenze vengono messe in atto senza un motivo apparente.
Personalmente mi aspettavo che il Freddo, personaggio distante ed enigmatico, avrebbe ripreso le redini del gruppo, ma il suo carattere solitario e l’amore per Roberta lo allontanano poco a poco dall’ottica di una vita malavitosa.
Il Dandi invece, figura in secondo piano all’inizio del romanzo, si impone.
Il Dandi si rivela in effetti un personaggio inquietante : la sua ricerca dello “stile” e il suo vizio per la moda gli conferiscono l’aspetto del boss, ma non il carattere. Per questo cerca aiuto presso la mafia siciliana ,in particolare stringe rapporti con il latitante “Zio Carlo”; questi, un violento assassino, diventa come un padre per il Dandi.
Accanto alla figura spicca prende anche fondamentale importanza nella trama il personaggio di Patrizia.
Quando ho “incontrato” Patrizia sono prima stata gelosa della sua indipendenza e della sua capacità di piegare gli uomini a ogni suo desiderio, che essi siano sbirri o sbandati. Ma con lo scorrere delle pagine la solitudine interiore di questa ragazza si fa sempre più sentire .è l’unico personaggio femminile di spicco del romanzo ma la sua vicinanza alla violenza e all’indifferenza l’hanno privata di ogni tipo di sensibilità. A mio parere Patrizia è paragonabile per la sua potenza sugli uomini al Vecchio, ma rimane un oggetto sessuale ed essendo sempre stata trattata in quanto tale non è mai riuscita ad esprimere sentimenti.
Al contrario Roberta è la ragazza della porta accanto, l’unico legame tra la vita quotidiana e quella della malavita . è lei che apre improvvisamente gli occhi al Freddo :una vita normale è possibile.
È incredibile notare l’evoluzione del carattere del Freddo ;prima un criminale ,dotato però di un ritegno e una compostezza che forzavano all’ammirazione e al rispetto sia i suoi compagni che il lettore stesso. Poi l’entrata in scena di Roberta e la metamorfosi: il ritegno diventa indecisione e la compostezza noia ;il Freddo non è più un lucido soldato bensì un uomo confuso e patetico che si rende improvvisamente conto che tutto ciò che ha fatto era sbagliato.
I personaggi che più ho citato fin’ora sono quelli che più mi hanno colpiti. Tra questi non appare però uno dei personaggi principali : il commissario Scialoja .Penso che questo fatto sia una delle conseguenze del difetto di questo libro …
De Cataldo racconta nel suo libro la storia della nascita della banda della Magliana ;concentra in particolare la sua attenzione sui personaggi di spicco del gruppo,i più forti, quelli che “se la passano meglio” ,trattandosi poi di un romanzo l’autore aggiunge dettagli (fantastici ?) che stuzzicano l’immaginazione del lettore :donne ,paillettes ,soldi e piste di cocaina.
Mai si parla però delle conseguenze disastrose di quest’organizzazione malavitosa sulla vita dei comuni cittadini ;il lettore non si sente quindi coinvolto e si immedesima nei criminali.
Il personaggio del commissario invece appare troppo tardi perché ci si possa immedesimare in lui, gli viene affibbiato un ruolo di “guasta feste “che interrompe i giochi dei criminali che si divertivano così tanto nella città.
Avendo letto Gomorra è facile fare un paragone tra i due libri. Da un lato Saviano descrive la malavita nei suoi aspetti più cruenti e patetici,approfondendo l’impatto sociale di quest’organizzazione ; dall’alto De Cataldo si limita a descrivere il crimine dall’interno .
Solo dopo aver finito il romanzo ci si sente in colpa per essersi immedesimati nei criminali della Magliana ,ma non si riesce comunque a provare indignazione e senso di colpa, che invece, mi hanno subito assalita dopo aver letto Gomorra.
Giulia Gabr.
PRIMA DELLA LETTURA
C’era una fila piuttosto notevole per “Gomorra”, una decina di persone per ogni copia della biblioteca...ho optato per “Romanzo Criminale”...
In realtà sono abbastanza curiosa di leggerlo, non avevo mai pensato neanche di aprirlo. Su Sky stanno trasmettendo la serie televisiva e tutte le volte che vedevo la pubblicità pensavo “Ma chi è che guarda questa roba?”. Per non parlare del film che ho abilmente evitato nonostante sia stato in programmazione quest’estate al cinema all’aperto per due mesi (ed è stata una vera impresa dato che, onestamente, non è che ci siano poi tante cose da fare a Castello in estate). Alla fine comunque, per alcune coincidenze “fatali” lo leggerò.
Non mi sembra un libro come quello di Saviano, non ha fatto tanto scalpore ed è rimasto nella sua nicchia. Comunque è strano come alla fine un libro possa entrare a fare parte della tua vita: come quando senti una parola che non conoscevi, la fai tua e dopo sembra che tutti aspettassero te per cominciare ad usarla, e inizi a sentirla pronunciata ovunque...Adesso sembra che fossi una reietta sociale perché fino al dicembre del 2008 l’avevo snobbato totalmente. Sembra che tutti lo abbiano letto, oppure abbiano visto il film o la serie...e fortunatamente a quanto pare è piaciuto quasi a tutti. Ne hanno perfino parlato su “Costume e Società”, la rubrica del tg2 che, per tradizione, guardo sempre prima di Natale. “Se non sapete che cosa regalare ai vostri cari, un libro è sempre una scelta sicura...e “Romanzo criminale”, di Giancarlo De Cataldo, è un successo assicurato!”. Insomma questa strana congiura mi inquieta però in compenso non vedo l’ora di leggerlo.
Mi mancano poche pagine per finire “Bonjour Tristesse” e cominciare RC. Pensandoci è stata una fortuna che io abbia scelto quello e non “Gomorra”...Saviano mi urta i nervi. Adesso che vuole andarsene dall’Italia poi, proprio non lo sopporto più. E’ il genere di persona che fa fortuna denunciando le colpe dell’Italia, come i giornalisti di Report ma non apriamo neanche il discorso. Mi hanno sempre insegnato ad amare il mio paese, che non è sicuramente perfetto, quindi non approvo una scelta che è stata fatta da Saviano, sapendo che lo avrebbe portato al successo...certo sono sicura che ha anche dei meriti e che la libera critica non può che fare bene ma, tra l’altro, va ad alimentare una serie di pregiudizi internazionali sulla mafia italiana. Ci chiamano mafiosi ma poi chi è che idolatra film come “Il padrino” ecc..? comunque adesso vado davvero a finire il libro così poi posso cominciare RC.
DOPO LA LETTURA
Avrei dovuto sicuramente tenere un diario costantemente mentre leggevo il libro, ma dopo averlo fatto per un po’ mi sono resa conto che stava venendo malissimo e che mi stava martoriando il piacere del libro: sono sicura che annotare alcuni concetti di saggi e articoli sia fondamentale. Però RC mi è piaciuto molto e continuare ad interrompere la lettura per scrivere delle osservazioni, tra l’altro anche piuttosto banali, mi faceva quasi male.
Alla fine della lettura mi sono sentita travolta dall’ammontare di informazioni che avevo ricevuto mentre scorrevo le pagine. Una serie di fatti, date, nomi, alcuni reali ed alcuni fittizi, insomma è un romanzo che va letto facendo una discreta attenzione alle sottigliezze dell’autore. Per esempio è interessante come fa proseguire la storia: non attraverso una semplice narrazione ma anche grazie all’aiuto dei verbali dei processi, che sicuramente conosce come le sue tasche, essendo giudice. Ci sono anche altre cose meno tecniche di cui mi sono resa conto solo dopo la lettura, quando sono andata a informarmi sui fatti veri legati alla stesura del libro. Per esempio: si parla spesso di un certo Cutolo, che per me non era un nome noto. Invece si tratta di un vero boss, della Camorra mi pare, arrestato con successo ancora prima della mia nascita. Poi è interessante come De Cataldo non abbia inventato poi così tanti fatti: ci sono interi siti dedicati alla ricostruzione delle relazioni tra i personaggi del libro e i veri appartenenti alla banda. L’altra sera sono andata a letto tardissimo perché mi ero davvero addentrata tra articoli dei primi anni ’90 relativi agli arresti, alle uccisioni e alle morti dei vari malavitosi...Sono legati a un gran numero di fatti di cronaca che ricordo di aver visto passare ai telegiornali mentre crescevo, per esempio alla scomparsa di Emanuela Orlandi.
Mi è sembrato che il libro fosse diviso in due parti: prima e dopo la morte del Libanese. Credo, infatti, che quando questo personaggio forte, che comunque può essere considerato come il protagonista delle vicende, sparisce dalla scena, innanzitutto sorprende il lettore. Non immaginavo che sarebbe morto così presto nella storia. Secondo poi da quando il Libanese scompare cambia radicalmente l’andamento della narrazione: prima la banda aveva successo, avevo perfino cominciato ad ammirare la precisione con cui avevano organizzato il contrabbando degli stupefacenti e la tecnica pulita con cui tenevano in pugno tutta Roma (preoccupante…), quando muore il capo però, il gruppo si disperde e per la prima volta comincia ad attraversare dei guai seri con la giustizia. Iniziano allora i noiosi verbali dei processi e i racconti di vendette personali interne alla banda, che ne causeranno eventualmente la fine. Comincia anche a perdersi la tensione narrativa: il libro diventa più lento e meno interessante, o almeno si legge peggio anche se comunque i fatti narrati (che sembrano pressoché i resoconti dei veri processi ai membri della Magliana) prendono ancora abbastanza. Infine l’epilogo finale, dal sapore amaro, mi ha lasciata un po’ delusa: certo non mi aspettavo un lieto fine, però almeno una netta e definitiva conclusione dei conti si. Invece così, con il Freddo malato e la maggior parte degli altri membri secondari della banda a piede libero non sembra proprio una vera fine.
Secondo me De Cataldo non si è concentrato abbastanza su alcune vicende che invece ho trovato molto interessanti: in particolare sull’evasione del Freddo. Certo, se fosse stato per me avrei scritto un libro sulla storia d’amore tra un boss della malavita e una brava ragazza...perché sono quel genere di persona...però così non ha lasciato neanche spazio all’immaginazione, nemmeno un piccolo pretesto per sognare: la storia era fredda e lineare, insomma non un libro adatto a me da quel punto di vista.
Tristissima la conclusione in Sud America con Roberta che ha dovuto rinunciare ad avere un bambino per motivi di salute...io avrei calcato un po’ più la mano...
Curiosità: Enrico De Pedis (Dandi) è sepolto nella Basilica di Sant’Apollinare dopo essere stato riesumato da Verano. E’ riuscito a farsi seppellire lì per i contatti che aveva con il Vaticano cui pagava laute tangenti..
Una cosa inquietante sono i posti dove si svolge la vicenda: le osterie “Il nuovo mondo” e “Il Perilli” sono ristoranti dove ho mangiato anch’io e dove Dandi e il Libanese mangiano spesso all’inizio della storia il “Full ‘80” era una locale che è chiuso un paio di anni fa. Il libro si apre con Dandi che passeggia fuori dalle mura del cimitero di mia madre...Insomma il libro dovrebbe essere frutto della fantasia dell’autore, ma non poi così tanto...
Interessante come le vicende della Magliana che nella realtà sono così strettamente legate con la vita politica degli anni ’80, nel libro si sviluppino attorno ad alcuni cardini rappresentati da avvenimenti tragici che hanno scioccato l’Italia. L’omicidio Moro è probabilmente il primo. Mi pare che la velata accusa (non poi così velata) allo Stato da parte dell’autore di aver lasciato perdere e aver aspettato il ritrovamento del cadavere con inerzia sia infondato o almeno un po’ gratuito, però lo scenario della strage di Bologna visto attraverso gli occhi di un gruppo di persone di cui di solito non si ascoltano le testimonianze è sicuramente originale. Interessante anche l’accenno ai funerali di Berlinguer che hanno sconvolto così tanto la scena politica e sociale italiana da non poter non essere citati. Stavo per mettermi a piangere quando De Cataldo descrive l’anniversario della bomba alla stazione di Bologna. Carmelo Bene che legge dalle Due Torri è una scena che mi è molto cara. Mio padre me ne parlava sempre quando ero piccola, dicendo che il partito aveva organizzato un autobus da Imola per andare a sentire le celebrazioni e che aveva colto l’occasione per portare mia madre che non aveva mai sentito Dante essendo appena arrivata dalla Gran Bretagna (mamma ricorda quel giorno con meno gioia, dicendo che non capiva niente e che applaudiva quando lo facevano tutti gli altri).
Romanzo Criminale il film
Non ho resistito: dopo aver letto il libro non ho potuto fare a meno di vedere il film. Anche perché Kim Rossi Stuart nei panni del Freddo è da non perdere. La produzione cinematografica era molto più drastica del libro: la fine era proprio come l’avrei voluta, con un generale spargimento di sangue che concludeva tutte le faccende in sospeso. Gigio, che nel libro è una figura piuttosto complessa, soprattutto per la sua relazione con il fratello, nel film è una marionetta che serve esclusivamente come pretesto per far scoppiare la vendetta tra i membri della banda. Il Nero viene trasformato in un personaggio radicale, anche lui perde di spessore e la sua fine arriva molto prima che nel libro. Mancano molti altri protagonisti: Nembo Kid, Donatella, Vanessa e molte storie che rendevano il romanzo ricco di spunti, comunque tutto sommato mantiene l’interesse nonostante, tra l’altro, sia un film particolarmente lungo. Il finale che ho già citato doveva servire come morale, e quindi si discosta dalla realtà molto più di quello di De Cataldo. Placido sembra voler dimostrare che i delinquenti sono vittima della loro stessa medicina, mentre in realtà molti dei personaggi che nel film spariscono, finiscono in carcere o muoiono, sono tutt’ora in libertà. Comunque anche questo espediente ha una sua necessità. Credo che a noi Italiani non piaccia essere ricordati che il destino e la giustizia non puniscono severamente i criminali, non sempre almeno. Soprattutto siamo costretti a prendere delle posizioni molto più nette, a essere molto più rigidi per non essere considerati dei “mafiosi” nel resto del mondo. Questa cosa fa schifo, me ne rendo conto ogni volta che vado a stare dai miei cugini a Nottingham, sono convinti che viviamo in una specie di avventurosa “favoletta” simile al “Padrino”, non considerano neanche che per noi la mafia, la camorra...sono problemi seri con cui molti italiani devono convivere. E invece quando lo capiscono prendono le distanze da noi “mafiosi” come se tutti fossimo dei criminali, senza pensare alle persone che veramente prendono posizione nei confronti della malavita e non idolatrano personaggi fittizi come Don Vito Corleone. Insomma sembrerà un luogo comune ma se dei romanzi come “Romanzo Criminale” o “Gomorra” possono far capire a noi per primi ma anche e soprattutto agli altri che in Italia le varie mafie sono realtà tangibili ma che ci sono persone che ci combattono giornalmente senza accontentarsi di sopportarle ciecamente, allora dovremmo sicuramente pubblicarne di più.