domenica 9 maggio 2021

Purgatorio I


La struttura morale del Purgatorio dantesco segue la classificazione tomistica1 dei vizi dell'amore mal diretto, e non fa più riferimento a singole colpe.
Come nell'inferno, in cui c'era un antiinferno, così anche nel purgatorio c'è, in apertura, l'Antipurgatorio.
Poi, esso è suddiviso in sette cornici, nelle quali si espiano i sette peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola, lussuria. Tali peccati erano puntiti anche nell'inferno2, e non è detto che quelli del II regno siano meno gravi, ma che il peccatore si è pentito, sia pure all'ultimo momento: sulla sincerità del suo perdono deve giudicare l'angelo guardiano (cfr. Canto IX).
In chiusura vi è il Paradiso terrestre, in cui le anime concluderanno il proprio percorso di purificazione, immergendosi nei fiumi Lete (il fiume dell'oblio, per liberarisi definitivamente da ogni traccia dei mali passati) ed Eunoè (per instillare i pensieri di bene).
Costruito in gran parte specularmente all'Inferno, esso è una montagna sacra, posta nell'emisfero australe (proibito all'uomo durante la vita terrena: cfr. la vicenda di Ulisse in Inf. XXVI), in cui l'ordine dei peccati risulta capovolto: il cammino di Dante è infatti dal peccato più grave a quello più lieve (ancora una volta la lussuria, ovvero l'amore che eccede nella misura).
Ogni cornice ha un custode angelico, e precisamente gli angeli dell'umiltà, della misericordia, della mansuetudine, della sollecitudine, della giustizia, dell'astinenza e della castità; in ogni cornice, inoltre, gli espianti hanno sotto agli occhi sian esempi del loro vizio punito sia esempi della virtù opposta. Giunto alle soglie del Paradiso terrestre, Virgilio deve abbandonare il poeta; alla guida di Dante si pone il poeta latino Stazio, che lo condurrà nel giardino celeste, dove lo accoglierà Matelda, a sua volta anticipazione dell'apparizione di Beatrice.
Le anime del Purgatorio sono già salve, ma, prima di arrivare al Paradiso, per espiare i propri peccati, devono salire il monte3. Ogni anima deve dunque percorrere tutto il cammino e purificarsi in ogni cornice del peccato corrispondente; ma, per facilitare l'incontro con determinati personaggi, il poeta li colloca nella cornice propria del loro peccato più rilevante.
Il Purgatorio ha la funzione specifica di espiazione, riflessione e pentimento, ed è solo attraverso il cammino, quindi il pellegrinaggio verso Dio, che l'anima può aspirare alla redenzione. Questo vale anche per Dante, che all'inizio ha incise sulla fronte sette P (canto IX), simbolo dei sette peccati capitali; alla fine di ciascuna cornice l'ala dell'angelo guardiano cancella la P indicando così che quella specifica espiazione è compiuta.

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