La struttura morale del Purgatorio
dantesco segue la classificazione tomistica1
dei vizi dell'amore mal diretto, e non fa più riferimento a singole
colpe.
Come nell'inferno, in cui c'era un
antiinferno, così anche nel purgatorio c'è, in apertura,
l'Antipurgatorio.
Poi, esso è suddiviso in sette
cornici, nelle quali si espiano i sette
peccati capitali: superbia,
invidia, ira,
accidia, avarizia,
gola,
lussuria. Tali
peccati erano puntiti anche nell'inferno2,
e non è detto che quelli del II regno siano meno gravi, ma che il
peccatore si è pentito, sia pure all'ultimo momento: sulla sincerità
del suo perdono deve giudicare l'angelo guardiano (cfr. Canto IX).
In chiusura vi è il Paradiso
terrestre, in cui le anime concluderanno il proprio percorso di
purificazione, immergendosi nei fiumi Lete (il fiume dell'oblio, per
liberarisi definitivamente da ogni traccia dei mali passati) ed Eunoè
(per instillare i pensieri di bene).
Costruito in gran parte specularmente
all'Inferno, esso
è una montagna sacra, posta nell'emisfero australe (proibito
all'uomo durante la vita terrena: cfr. la vicenda di Ulisse in Inf.
XXVI), in cui l'ordine dei peccati risulta capovolto: il cammino di
Dante è
infatti dal peccato più grave a quello più lieve (ancora una volta
la lussuria, ovvero l'amore che eccede nella misura).
Ogni cornice ha un custode angelico,
e precisamente gli angeli dell'umiltà, della misericordia, della
mansuetudine, della sollecitudine, della giustizia, dell'astinenza e
della castità; in ogni cornice, inoltre, gli espianti hanno sotto
agli occhi sian esempi del loro vizio punito sia esempi della virtù
opposta. Giunto alle soglie del Paradiso terrestre, Virgilio
deve abbandonare il poeta; alla guida di Dante si pone il poeta
latino Stazio,
che lo condurrà nel giardino celeste, dove lo accoglierà Matelda,
a sua volta anticipazione dell'apparizione di Beatrice.
Le anime del Purgatorio sono già
salve, ma, prima di arrivare al Paradiso, per espiare i propri
peccati, devono salire il monte3.
Ogni anima deve dunque percorrere tutto
il cammino e purificarsi in ogni cornice del peccato corrispondente;
ma, per facilitare l'incontro con determinati personaggi, il poeta li
colloca nella cornice
propria del loro peccato più rilevante.
Il Purgatorio ha la funzione specifica
di espiazione,
riflessione e
pentimento, ed
è solo attraverso il cammino, quindi il pellegrinaggio verso Dio,
che l'anima può aspirare alla redenzione. Questo vale anche per
Dante, che all'inizio ha incise sulla fronte sette P (canto IX),
simbolo dei sette peccati
capitali; alla fine di ciascuna cornice l'ala dell'angelo
guardiano cancella la P indicando così che quella specifica
espiazione è compiuta.
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